I Borghi di Octavia

Ruffia e la produzione cerealicola

Ruffia è conosciuto per la coltivazione dei cereali, la panificazione e la produzione dolciaria. Legame principale con questo tema e col territorio circostante è un antico mulino storico funzionante, mosso dalla forza dell’acqua e perfetto esempio di sito protoindustriale del XIX secolo. Un altro caposaldo del Comune è la produzione casearia; il comune ha infatti fondato con Scarnafigi e altri comuni il “Distretto dei Formaggi”, con l’obiettivo di valorizzare l’eccellenza dei prodotti caseari locali e in particolare Bra e Raschera Dop prodotti sul territorio comunale da aziende con più di un secolo di storia.

«Arrivare a Ruffia è un po’ come fare un salto indietro nel tempo, quando le corti delle cascine rappresentavano dei microcosmi..»

Scoprire Ruffia

Arrivare a Ruffia è un po’ come fare un salto indietro nel tempo, quando le corti delle cascine rappresentavano dei microcosmi nei quali famiglie, professionalità, aspirazioni e sentimenti convivevano e quando la fertile pianura rappresentava il cuore della vita produttiva della nostra provincia Granda. Immerso nei prati coltivati, Ruffia rappresenta uno dei più piccoli Borghi di Octavia.

Ancora oggi il borgo mantiene intatta l’apparenza d’un antico ricetto che si stringe attorno al Castello, una bella costruzione signorile impreziosita da decorazioni manieriste, che si presenta oggi nelle forme messe in opera tra Cinque e Seicento. La bealera che vi scorre a fianco alimenta le ruote di un mulino idraulico che rafforza al sensazione di essere tornati indietro nel tempo. Tutto intorno ampie cascine, corti, cappelle e chiese si sviluppano a raggiera rappresentando altrettanti propaggini dalle quali fuoriusciva ogni giorno la fervente umanità della campagna.

Castello di Ruffia

Di origine medievale, si presenta oggi con un struttura
sei-settecentesche, dove emergono elementi più antichi.

Visitabile solo esternamente.
Indirizzo: Piazza Castello, 5.

Chiesa di San Giacomo

Chiesa parrocchiale che sorge al centro del paese con il suo campanile in mattoni e la facciata anticipato da un portico voltato.
Visitabile su richiesta.
Tel. (Parrocchia): 0172 373306.
Indirizzo: Via Vittorio Veneto, 13.

Confraternita dell’Assunta

Sorge al centro del paese è particolarmente caro agli abitanti
per le opere di carità svolte dalla confraternita.

Visitabile solo esternamente.
Indirizzo: Piazza Castello 7-8.

Chiesa di San Sebastiano

Un piccolo edificio ottocentesco che si caratterizza per la bella facciata con un doppio ordine architettonico.

Visitabile in occasione di manifestazioni.
Indirizzo: Via Silvio Pellico, 1.

Mulino Idraulico

Sorge a ridosso del castello e attinge a sua forza dalla “bealera”
che scorreva nell’antico ricetto medievale.
Visitabile su richiesta Fam. Bergese.
Tel: 0172 373009 – 347 934 5193.
Indirizzo: Via San Marzano 7.

Scoprire Ruffia

Arrivare a Ruffia è un po’ come fare un salto indietro nel tempo, quando le corti delle cascine rappresentavano dei microcosmi nei quali famiglie, professionalità, aspirazioni e sentimenti convivevano e quando la fertile pianura rappresentava il cuore della vita produttiva della nostra provincia Granda. Immerso nei prati coltivati, Ruffia rappresenta uno dei più piccoli Borghi di Octavia.

Ancora oggi il borgo mantiene intatta l’apparenza d’un antico ricetto che si stringe attorno al Castello, una bella costruzione signorile impreziosita da decorazioni manieriste, che si presenta oggi nelle forme messe in opera tra Cinque e Seicento. La bealera che vi scorre a fianco alimenta le ruote di un mulino idraulico che rafforza al sensazione di essere tornati indietro nel tempo. Tutto intorno ampie cascine, corti, cappelle e chiese si sviluppano a raggiera rappresentando altrettanti propaggini dalle quali fuoriusciva ogni giorno la fervente umanità della campagna.

Castello di Ruffia

Di origine medievale, si presenta oggi con un struttura
sei-settecentesche, dove emergono elementi più antichi.

Visitabile solo esternamente.
Indirizzo: Piazza Castello, 5.

Chiesa di San Giacomo

Chiesa parrocchiale che sorge al centro del paese con il suo campanile in mattoni e la facciata anticipato da un portico voltato.
Visitabile su richiesta.
Tel. (Parrocchia): 0172 373306.
Indirizzo: Via Vittorio Veneto, 13.

Confraternita dell’Assunta

Sorge al centro del paese è particolarmente caro agli abitanti
per le opere di carità svolte dalla confraternita.

Visitabile solo esternamente.
Indirizzo: Piazza Castello 7-8.

Chiesa di San Sebastiano

Un piccolo edificio ottocentesco che si caratterizza per la bella facciata con un doppio ordine architettonico.

Visitabile in occasione di manifestazioni.
Indirizzo: Via Silvio Pellico, 1.

Mulino Idraulico

Sorge a ridosso del castello e attinge a sua forza dalla “bealera”
che scorreva nell’antico ricetto medievale.
Visitabile su richiesta Fam. Bergese.
Tel: 0172 373009 – 347 934 5193.
Indirizzo: Via San Marzano 7.

Ruffia si racconta

Il castello, oggi residenza privata, sorge al centro dell’abitato di Ruffia e con la sua sagoma imponente ne caratterizza il profilo fin da lontano.
Il nucleo originario di questa costruzione è formato dalla torre e dal “palazzo magno” che risale al XI/XII secolo. Il castello era formato da una torre, con prigioni, forno e loggiato; un palazzo grande con loggiato a nord della torre e con la facciata affrescata. Un nuovo edificio fu eretto nel XVI secolo, vicino al palazzo, con scalone d’ingresso , affreschi in facciata e loggiato. Appare un tutt’uno con il palazzo grande ma è più recente. Inoltre c’erano due case, una a nord senza loggiato e una a est con corte murata sopra l’ingresso dei Cambiano e ora abbattuta. Erano anche presenti “casamenti e corti” all’angolo nord-est dove nel ‘600 viene pure costruita una torre. A un periodo precedente al 1500 risale anche una parte di palazzo aderente alla torre. Su un portone di ferro dell’attuale cinta muraria del castello (lato ovest verso nord) sono rimaste ancora tracce del cardo che caratterizzava lo stemma dei Biscaretti. Dietro a questo portone si trova la gradinata di accesso al fabbricato, abbellita da due statue in cotto e sopra la porta d’ingresso è ancora visibile, seppur molto deteriorato, lo stemma dei Cambiano. Al piano terra, invece, si trovano due cappelle: una è a sinistra dell’ingresso nel castello dal giardino e la seconda si trova in fondo all’ala ovest verso sud. Inoltre vicino al castello si trovava anche un ricetto, di cui sono rimaste solo alcune tracce.
Nel castello abitarono più famiglie: fu possedimento dei Falletti, dei Del Carretto e infine dei Cambiano. Nel XVI secolo nel castello fu attivo il pittore e scultore Lorenzo Pascale, che dipinse la Cappella dell’Annunziata e un padiglione del giardino del castello. Il castello oggi si presenta con forme più sei-settecentesche, ma si possono ancora riconoscere gli elementi più puramente medioevali e rinascimentali. 

La chiesa parrocchiale sorge leggermente scostata dal nucleo del centro abitato lungo via Vittorio Veneto. Non si sa quando né da chi è stata costruita la chiesa, anche se indicativamente risale al XIV secolo. La chiesa ha una navata centrale e cinque cappelle laterali. L’altare maggiore del XVIII secolo porta alla base di due pilastri gli stemmi dei Cambiano, con i tre scudetti d’oro sulla fascia azzurra, ora molto annerita. La pala del XVII secolo rappresenta la Madonna Assunta e Santi e in due nicchie ai lati sono sistemate una statua di Maria Vergine e una di San Giuseppe del XIX secolo. L’altare maggiore venne fatto restaurare dall’abate Colonna e il rifacimento interessò tutta la struttura. Il pulpito, nuovo, venne fatto costruire nel 1886, ma è stato tolto alcuni decenni fa. La Chiesa attuale di S. Giacomo ha due cappelle sul lato destra per chi entra: nella prima è visibile una tela raffigurante il Beato Pietro Cambiano da Ruffia, (inquisitore domenicano vissuto nel XIV secolo) e un dipinto della Madonna col Bambino e le anime purganti (XIX sec.). La seconda cappella di destra è dedicata a Tutti i Santi con un dipinto della prima metà del XVII sec. mentre a sinistra sono visibili il fonte battesimale e la Cappella di San Giuseppe. Terza cappella di sinistra è quella dedicata alla Madonna del Rosario (XVIII) in cui è visibile anche il busto e la stele funebre del 1860 della Marchesa Cristina Asinari di Caraglio e S.Marzano. L’organo della Chiesa è stato aggiunto nel 1858. Guardando esternamente l’edificio è possibile notare il campanile rialzato nel 1786, ed i due rosoni raffiguranti S.Giacomo e S. Anna presso il porticato costruito nel 1886 dopo i lavori di smantellamento del vecchio cimitero.

Sede della Confraternita di Carità in origine intitolata a San Bernardino e solo in un secondo tempo anche all’Assunta, la chiesa sorge a pochi passi dal Castello. Il patronato era della comunità locale che da secoli provvedeva al suo mantenimento con collette di denaro, grano, canapa, bozzoli del baco da seta e con lavori e manodopera gratuiti. Ora la chiesa è adibita a magazzino e versa in grave stato di abbandono.

La cappella è indicata in una mappa del 1826 e porta una scritta sulla porta d’ingresso dedicata a Giuseppe Gaetano Rignon. Fino al 1837 la chiesa presentava le seguenti caratteristiche: muri a stucco fino alla volta affrescata con disegni di angeli e rosoni, l’altare in legno marmorizzato e due nicchie laterali con statue di marmo bianco di Santa Cristina e Santa Metilde.

Il mulino idraulico di Ruffia risale al 1600 e sorge sin da quell’epoca a pochi metri dal castello lungo il tracciato del corso d’acqua oggi interrato. Azionato dall’acqua il mulino conserva meccanismi ed ingranaggi in legno e permette di assistere alla macinatura dei cereali effettuata in modo tradizionale con grosse macine in pietra. Diversamente dal passato oggi il mulino macina farine destinate esclusivamente all’alimentazione degli animali.

Il pilone votivo recentemente restaurato è collocato lungo via Vittorio Veneto all’uscita del paese. Di proprietà privata, il pilone si compone di una struttura in muratura di mattoni, in parte intonacata e coperta da coppi. Un lato è privo di decorazioni, sugli altri due sono invece presenti affreschi racchiusi entro nicchie inquadrate da lesene decorate. Nella nicchia affacciata sulla via pubblica è affrescata la Vergine con il Cristo morto tra San Sebastiano e San Rocco; sui piedritti interni e sull’archivolto sono riprodotti i motivi decorativi a candelabra e rosoni, inoltre in alto sembra sia disegnato il Giudizio Universale. Le lesene esterne sono abbellite con grottesche, San Cristoforo e Sant’Antonio. L’altra nicchia racchiude l’Assunzione di Maria Vergine circondata da angioletti, con sopra il Cristo e in basso gli Apostoli. Sopra l’arco è visibile invece San Giorgio e la Principessa mentre sulle lesene laterali San Giovanni Battista e forse San Francesco.
Osservando gli affreschi è possibile riconoscere l’estrema qualità delle immagini conservate sul pilone che si riallacciano alla cultura figurativa diffusa tra XV e XVI secolo nel Piemonte meridionale, una cultura nella quale l’immaginario gotico risultava ormai investo dal calore rinascimentale.