I Borghi di Octavia

Moretta

Il cambiamento è all’origine dell’evoluzione. Tutto si trasforma, e ogni cosa legata all’uomo lo fa ancor più velocemente. Negli ultimi 150 anni il progresso tecnologico ha fatto sì che tutti gli aspetti della vita abbiano subito un’accelerazione mai vista prima nella storia del genere umano. La coltivazione della terra attraverso la forza motrice degli animali si è spenta a favore dell’utilizzo di trattori e macchine; la chimica, la fisica, la genetica hanno sempre più spinto la trasformazione dei prodotti della terra in prodotti industriali, siano essi formaggi, carne, latte o soia. I mestieri tradizionali non esistono più come elementi del panorama economico e lo sono diventati di quello culturale.

Tutto cambia. Ma, se la tecnologia e la formazione devono aiutarci a vivere meglio, d’altro canto non dobbiamo dimenticare chi eravamo e come abbiamo fatto ad arrivare qui. Octavia e Moretta ci insegnano, anche, questo.

«Grandi le ricchezze artistiche del paese, a partire dal magnifico e imponente santuario della Madonna del Pilone, che ha ispirato devozione in tutto il Piemonte.»

Scoprire Moretta

Antichissima l’origine di Moretta: se i primi documenti scritti che ne attestano l’esistenza sono medievali, le più antiche testimonianze di presenza umana rinvenute sull’attuale territorio comunale risalgono almeno all’epoca romana.

Come tutti i paesi della zona, a un alto medioevo che vede Moretta passare da uno all’altro piccolo feudatario locale, finalmente nel 1362 entrano in scena i Solaro: nell’agosto di quell’anno, il Principe Giacomo d’Acaia infeudò “il castello, luogo, giurisdizione, beni e redditi feudali di Moretta” ad Agassino Solaro e alla sua famiglia. A partire da quel momento i Solaro, una delle più potenti casate dell’Astigiano di parte guelfa, legarono indissolubilmente le loro sorti con quelle di Moretta.

I nuovi Signori curarono la riedificazione del castello l’ingrandimento dell’abitato, che era costituito, accanto al castrum domini, da un burgus, costituito da un nucleo di case sorte intorno alla antica chiesa di Santa Maria del Borgo, e da un receptus, un ricetto, insediamento abitativo fortificato da un muro e circondato da un fossato, che derivava l’acqua da una bealera che attraversava Moretta ed era accessibile tramite un ponte levatoio.

Castello di Moretta

Di origine medioevale, sorge nella piazza centrale circondato da un antico fossato e spicca per la sua maestosità e colore.

Piazza Castello
Per prenotazioni: Cordano Federica 0172 93291

Cappella Frazione Piattera

La costruzione risale al 1948 e presenta una sola navata centrale con parecchi dipinti caratteristici.

Frazione Piattera
Per prenotazioni: sig.ra Garello Maria Paola 335 445625

Santuario Beata Vergine del pilone

Costruito sul Pilone votivo raffigurante la Madonna nel XVII secolo, si caratterizza per l’imponente campanile e il magnifico sagrato.

Via Santuario
Per prenotazioni: Banchio Giulio 335 8140801

Cappella frazione Brasse

La Cappella risale al XVII secolo come riporta la lapide sulla facciata. Ha una pianta con navata longitudinale e un ampio sacrato antistante.

Frazione Brasse
Per prenotazioni: sig.ra Bollati Maria Grazia 347 2426483

Parrocchiale S. Giovanni Battista

Indirizzo: Piazza Umberto I.

Cappella frazione Roncaglia

Indirizzo: Regione Roncaglia.

Scoprire Moretta

Antichissima l’origine di Moretta: se i primi documenti scritti che ne attestano l’esistenza sono medievali, le più antiche testimonianze di presenza umana rinvenute sull’attuale territorio comunale risalgono almeno all’epoca romana.

Come tutti i paesi della zona, a un alto medioevo che vede Moretta passare da uno all’altro piccolo feudatario locale, finalmente nel 1362 entrano in scena i Solaro: nell’agosto di quell’anno, il Principe Giacomo d’Acaia infeudò “il castello, luogo, giurisdizione, beni e redditi feudali di Moretta” ad Agassino Solaro e alla sua famiglia. A partire da quel momento i Solaro, una delle più potenti casate dell’Astigiano di parte guelfa, legarono indissolubilmente le loro sorti con quelle di Moretta.

I nuovi Signori curarono la riedificazione del castello l’ingrandimento dell’abitato, che era costituito, accanto al castrum domini, da un burgus, costituito da un nucleo di case sorte intorno alla antica chiesa di Santa Maria del Borgo, e da un receptus, un ricetto, insediamento abitativo fortificato da un muro e circondato da un fossato, che derivava l’acqua da una bealera che attraversava Moretta ed era accessibile tramite un ponte levatoio.

Castello di Moretta

Di origine medioevale, sorge nella piazza centrale circondato da un antico fossato e spicca per la sua maestosità e colore.

Piazza Castello
Per prenotazioni: Cordano Federica 0172 93291

Cappella Frazione Piattera

La costruzione risale al 1948 e presenta una sola navata centrale con parecchi dipinti caratteristici.

Frazione Piattera
Per prenotazioni: sig.ra Garello Maria Paola 335 445625

Santuario Beata Vergine del pilone

Costruito sul Pilone votivo raffigurante la Madonna nel XVII secolo, si caratterizza per l’imponente campanile e il magnifico sagrato.

Via Santuario
Per prenotazioni: Banchio Giulio 335 8140801

Cappella frazione Brasse

La Cappella risale al XVII secolo come riporta la lapide sulla facciata. Ha una pianta con navata longitudinale e un ampio sacrato antistante.

Frazione Brasse
Per prenotazioni: sig.ra Bollati Maria Grazia 347 2426483

Parrocchiale S. Giovanni Battista

Indirizzo: Piazza Umberto I.

Cappella frazione Roncaglia

Indirizzo: Regione Roncaglia.

Cavallerleone si racconta

D’origine medievale ma rivisitato nel ‘700, sorge maestoso nella piazza centrale del paese, incorniciato dal verde del suo antico fossato. La famiglia Solaro acquisisce nel 1362 il feudo di Moretta, dando origine ad uno dei due principali rami del casato. Il castello viene riedificato e intorno ad esso si sviluppa il ricetto, nucleo dell’attuale abitato. Nell’800 il castello ospita le prigioni e, all’ultimo piano, i laboratori per l’allevamento dei “bigat”, i bachi da seta. Oggi dell’edificio si può ammirare l’imponente struttura, frutto di una rivisitazione settecentesca, circondata da un giardino pubblico e dagli orti e frutteti che sono sorti nello spazio del fossato.

La chiesa, dedicata a San Giovanni Battista ed alla Vergine Maria, troneggia, nelle sue linee barocche, al centro dell’abitato. L’armonioso progetto dell’edificio si deve, molto probabilmente, alla mano dell’ingegner Carlo Gerolamo Re, attivo nell’area della piana saluzzese nel primo quarto del XVIII secolo. Perfettamente compiuta nelle sue linee basilari già nel 1717, la parrocchia non cambierà più aspetto nei secoli seguenti. Il dipinto più antico esistente nella parrocchia è certamente la tela della Madonna delle Grazie, risalente al primissimo settecento, collocata nel primo altare a sinistra dell’ingresso ed incastonata all’interno di un pregevole trionfo ligneo. Dietro l’altar maggiore è visibile una grande pala di scuola saviglianese, databile al primo quarto del XVIII secolo e raffigurante il Battesimo di Cristo ad opera di San Giovanni. Lungo le pareti laterali della Chiesa sono disposti sette grandi dipinti che illustrano episodi della vita di Cristo; un grande Crocefisso con le anime purganti, collocato nella cappella del Suffragio e un dipinto raffigurante la Vergine del Rosario ed altri santi, di scuola piemontese completano la preziosa offerta artistica della chiesa.

Il Santuario della Beata Vergine del Pilone, bellissimo esempio di barocco piemontese interamente costruito in cotto a vista, venne edificato tra il 1685 ed il 1691 sul luogo dove, il 23 Luglio del 1684, un pilone votivo, dedicato alla Madonna, cominciò ad ondeggiare per “convincere” gli scettici circa una straordinaria guarigione avvenuta alcuni giorni prima. Sul luogo si costruì subito un altare, seguito poi da una cappella per racchiudervi il Pilone. Il complesso costituisce ancora oggi un importante centro di devozione mariana ed è formato dalla chiesa – a fianco della quale svetta una bella torre campanaria – e da una imponente foresteria, con un elegante porticato che corre lungo l’intera facciata della foresteria ed inserito in un’ampia area verde curata a parco e giardino.
Qui trovano posto l’Istituto Provinciale Lattiero Caseario e delle Tecnologie Alimentari, scuola di specializzazione post-diploma e post-laurea nella lavorazione del latte e delle carni, la sede decentrata della Facoltà di medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Torino e l‘Istituto Nord Ovest Qualità (INOQ) per la certificazione delle produzioni agroalimentari. Innovazione e tradizione che si incontrano.

Dedicata a San Grato, la cappella della Roncaglia ospita dietro l’altare maggiore una pala ottocentesca, col santo titolare raffigurato nell’atto di “stornare” la grandine dalle colture. È aperta il primo giorno dell’anno, in occasione della festa della frazione.

La piccola chiesa, di impronta tardo ottocentesca,sorge in campagna ed è dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

La piccola chiesa è dedicata alla Madonna d’Oropa: come moltissimi altri centri del Piemonte rurale, la devozione alla Madonna Nera del Biellese si sviluppò in maniera veloce nel XVII secolo, e anche Moretta aderì al culto erigendole un altare nella frazione del Pasco. L’affresco, datato 20 luglio 1635, riprende in tutti i dettagli la Madonna del santuario di Oropa, forse prendendo a modello una delle tante immagini su carta destinate ai pellegrini e oggetto di devozione privata: non a caso, la Madonna è, a Moretta, di carnagione chiara e non nera come quella originale. La devozione alla Madonna di Oropa era agricola: l’intercessione della Madonna era invocata a favore, anche, dei raccolti e degli animali.

Fondata dal conte Gaspare Coller nel 1846, è dedicata a Santa Lucia; al suo interno conserva un dipinto della santa opera del Morgari. E’ accessibile in occasione della festa della santa patrona.

Dedicata a San Pietro Martire, la chiesa, le cui pareti sono adornate da affreschi ottocenteschi dedicati ai santi Pietro e Paolo, custodisce al suo interno una bella pala secentesca dedicata alla Vergine con Bambino e i santi Caterina da Siena, Pietro Martire e Grato.