I Borghi di Octavia

Cavallerleone e la seta

Cavallerleone, così come la vicina città di Racconigi, ha un forte legame con la seta, la cui produzione (soprattutto di quella grezza e dei filati) fu, per secoli, la principale attività economica di molte regioni italiane.

Non tutti sanno, però, che dalla fine del ‘600 alla metà dell’800, fu la seta piemontese ad essere considerata la migliore al mondo. Se Racconigi arrivò ad avere, tra Sei e Settecento, ben 33 filatoi con 4000 addetti, la vicina Cavallerleone contribuì allo sviluppo economico del territorio con un unico grande impianto produttivo, il setificio Gioannetti-Ceriana, specializzato nella produzione dell’organzino, un filato più resistente del normale filo di seta perché costituito da due o più filati di seta greggia torti accoppiati.

«Freschissima d’estate e calda d’inverno, la seta è da secoli considerata la più nobile, la più morbida, la più fine tra le fibre naturali.»
La Seta

Scoprire Cavallerleone

Collocato a circa una decina di km di Racconigi, giustamente considerata la capitale della seta in Piemonte, il centro storico di Cavallerleone è infatti dominato Setificio Gioanetti-Ceriana, una vasta costruzione su quattro piani del 1752 che oggi rappresenta una delle più significative testimonianze di archeologia industriale del Piemonte.

Ma il paese non è solo seta! Documentato sin dall’epoca medievale, Cavallerleone conserva infatti alcuni insospettati tesori come il Palazzotto, un bel palazzo rinascimentale che si distingue per la torre quadrata e un loggiato su tre ordini; la Chiesa Parrocchiale dell’Assunta dove si conserva una tela della scuola del Moncalvo; il Castello di Cavallerleone, un poderoso edificio sorretto – letteralmente – da due torrioni circolari che conserva intatto il proprio fascino medievale.

Chiesa Santa Maria Assunta

Chiesa parrocchiale di origine medievale, l’edifici
attuale a navata unica risale alla prima metà del XVII secolo.

Visitabile su richiesta. Tel. (Parrocchia): 0172 88002.
Indirizzo: Via Statuto, 3.

Castello di Cavallerleone

L’edificio presenta un fascino misterioso dovuto alla ferita
che ne squarcia la facciata.

Chiuso al pubblico.
Indirizzo: Via Statuto, 1.

Villa Carron Ceva

Edificio settecentesco con torretta del belvedere,
conserva alcuni affreschi prospettici tardo settecenteschi.

Visitabile su richiesta. Tel.: 0172 88029.
Indirizzo: Via Carron Ceva.

Setificio Ceriana – Gioanetti

Oggi azienda agricola, nell’edifico sono ancora individuabili i locali
di lavorazione dei bozzoli.

Visitabile su richiesta. Tel.: 0172 88005.
Indirizzo: Via Carlo Alberto, 33.

Palazzo Balbo Ferrero

Chiamato il “Palazzotto”, l’edificio ingloba la torre del ricetto medioevale;
da notare il loggiato su tre ordini della facciata sud.

Visitabile su richiesta. Tel. (Comune): 0172 88003.
Indirizzo: Piazza Santa Maria, 2.

Confraternita dei Disciplinati

Chiesa cinquecentesca, conserva un interessante
patrimonio artistico tardo barocco.

Visitabile su richiesta. Tel. (Parrocchia): 0172 88002.
Indirizzo: Via San Giuseppe, 1.

Scoprire Cavallerleone

Collocato a circa una decina di km di Racconigi, giustamente considerata la capitale della seta in Piemonte, il centro storico di Cavallerleone è infatti dominato Setificio Gioanetti-Ceriana, una vasta costruzione su quattro piani del 1752 che oggi rappresenta una delle più significative testimonianze di archeologia industriale del Piemonte.

Ma il paese non è solo seta! Documentato sin dall’epoca medievale, Cavallerleone conserva infatti alcuni insospettati tesori come il Palazzotto, un bel palazzo rinascimentale che si distingue per la torre quadrata e un loggiato su tre ordini; la Chiesa Parrocchiale dell’Assunta dove si conserva una tela della scuola del Moncalvo; il Castello di Cavallerleone, un poderoso edificio sorretto – letteralmente – da due torrioni circolari che conserva intatto il proprio fascino medievale.

Chiesa Santa Maria Assunta

Chiesa parrocchiale di origine medievale, l’edifici
attuale a navata unica risale alla prima metà del XVII secolo.

Visitabile su richiesta. Tel. (Parrocchia): 0172 88002.
Indirizzo: Via Statuto, 3.

Castello di Cavallerleone

L’edificio presenta un fascino misterioso dovuto alla ferita
che ne squarcia la facciata.

Chiuso al pubblico.
Indirizzo: Via Statuto, 1.

Villa Carron Ceva

Edificio settecentesco con torretta del belvedere,
conserva alcuni affreschi prospettici tardo settecenteschi.

Visitabile su richiesta. Tel.: 0172 88029.
Indirizzo: Via Carron Ceva.

Setificio Ceriana – Gioanetti

Oggi azienda agricola, nell’edifico sono ancora individuabili i locali
di lavorazione dei bozzoli.

Visitabile su richiesta. Tel.: 0172 88005.
Indirizzo: Via Carlo Alberto, 33.

Palazzo Balbo Ferrero

Chiamato il “Palazzotto”, l’edificio ingloba la torre del ricetto medioevale;
da notare il loggiato su tre ordini della facciata sud.

Visitabile su richiesta. Tel. (Comune): 0172 88003.
Indirizzo: Piazza Santa Maria, 2.

Confraternita dei Disciplinati

Chiesa cinquecentesca, conserva un interessante
patrimonio artistico tardo barocco.

Visitabile su richiesta. Tel. (Parrocchia): 0172 88002.
Indirizzo: Via San Giuseppe, 1.

Cavallerleone si racconta

Comunemente noto come il “Palazzotto”, il palazzo risale alla fine del Cinquecento e sorge in piazza Santa Maria al centro di Cavallerleone. Dal 1472 fu residenza dei Balbo di Vinadio dal 1472 consignori di Cavallerleone i quali la vendettero nel 1650 ai Lamberti di RobilanteIl suo attuale aspetto si deve ai lavori eseguiti in occasione del matrimonio (1593) di Righino Balbo con Bianca Ferrero di Bonavalle. L’edificio ingloba una torre quadrata del ricetto medioevale di Cavallerleone (prima metà XIII secolo) e presenta sulla fronte sud un bel loggiato organizzato su tre ordini originariamente affacciato su di un giardino recintato (oggi scomparso). Sul lato nord si trova il portale di accesso sotto un porticato al pian terreno; al primo piano vi è un salone d’onore che presenta un soffitto ligneo a cassettoni sostenuto da mensole modanate dove sono raffigurati gli stemmi della famiglia Balbo e dei Ferrero.

La chiesa parrocchiale sorge su piazza Santa Maria al centro dell’abitato di Cavallerleone. Documentato dal 1386, l’edificio presenta ancora nella parte posteriore i resti del presbiterio costruito nel 1437, ma la struttura complessiva risale ai lavori di rifacimento a partire dal 1626. 

La struttura prevede un’aula unica affiancata da due serie di cappelle che custodiscono alcuni importanti tesori risalenti alle chiese precedenti, come il fonte battesimale cinquecentesco oggi nella prima cappella di destra (1526). La tela della Maddalena ai piedi del Cristo in croce conservata nella prima cappella di sinistra è attribuita a Giovanni Antonio Molineri pittore saviglianese allievo del conterraneo Giovanni Angelo Dolce. La chiesa conserva inoltre una tela attribuita in via ipotetica a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, uno dei protagonisti della pittura Seicentesca in Piemonte. La mensa dell’altare maggiore custodisce le reliquie di San Romano, patrono di Cavallerleone, traslate nel 1666; nel coro è visibile il grande ovale dipinto da Agostino Cottolengo raffigurante la Madonna in gloria con Sant’Ignazio e San Francesco di Sales. Gli stucchi esterni della facciata raffiguranti fregi, cornici, festoni, frutta e grottesche sono stati recentemente riportati all’antico splendore grazie ad un opera di ripulitura.

Di aspetto prevalentemente medioevale il castello sorge a pochi passi da piazza Santa Maria con la sua mole decadente dal forte fascino medievale. Eretto per volontà dei Nucetto nel XIV secolo ed ampliato durante tutto il secolo successivo, l’edificio si sviluppa su una pianta ad “elle” caratterizzata da due torri circolari: una all’angolo formata dai due corpi dell’edificio, mentre l’altra all’estremità dell’ala sud. La particolarità di questa ala è una loggia cinquecentesca adiacente alla torre d’angolo. A causa di un crollo nel 1995 non è più visibile una finestra crociata in cotto. L’ala nord si presenta spoglia sul lato strada, ma nella fronte interna ha un parametro settecentesco con un loggiato all’ultimo piano. L’interno del castello conserva in parte soffitti lignei di epoca tardo-medievale e, nella torre d’angolo, una cappella con affreschi risalenti al ‘700.

La villa sorge al limitare dell’abitato di Cavallerleone in direzione Racconigi immersa in un parco secolare. Si tratta di un severo edificio caratterizzato dalla torretta di belvedere mediana e riconducibile allo stile dell’architetto piemontese Giuseppe Castelli, che nelle quattro sale a pian terreno affreschi di tipo prospettico dei fratelli Pietro Antonio jr. e Giovan Pietro Pozzo (1777). Il nome della Villa deriva dall‘alleanza matrimoniale risalente al 1817 tra i Marchesi Carron di S. Tommaso che ne furono i primi proprietari, ed i Ceva. 

Il Setificio Ceriana- Gioanetti è vasta costruzione su quattro piani del 1752 caratterizzata da una imponente facciata con torre-scala, che testimonia l’importanza che ebbe in Cavallerleone l’industria della seta nei secoli XVIII e XIX. Nel 1891 fu aggiunto nella corte interna un nuovo corpo di fabbrica su due piani destinato alla trattura dei bachi da seta. L’edificio, tra le più significative testimonianze di archeologia industriale del Piemonte, prende nome dalla famiglia Ceriana, originaria di Valenza, che ne fu proprietaria dal 1846 al 1933 passando poi la gestione ai Gioanetti. La produzione cessò definitivamente nel 1936. 

La cappella sorge sulla sinistra della strada per Racconigi, appena superata la Villa Carron-Ceva. Si tratta di un piccolo edificio che nella struttura non conserva particolari elementi di interesse, ma che conserva sull’altare un affresco che è stato attribuito al saviglianese Giovanni Angelo Dolce raffigurante la Madonna in trono con in braccio il Bambino Gesù affiancata dai Santi Gioacchino e Rocco.

La chiesa della Confraternita è un edificio tardo cinquecentesco con un campanile risalente al 1777 che sorge nel centro di Cavallerleone e poche centinaia di metri da piazza Santa Maria. L’edificio presenta una facciata con elementi neoclassici e un interno sobrio e lineare sullo stile degli edifici coevi. Tra gli elementi di interesse si segnala nella cappella destra il gruppo statuario in cartapesta di San Giuseppe e angeli opera dello scultore cavallerleonese Giovanni Battista Bernero (1735-1796) ed attribuita al decennio tra il 1760 ed il 1770. Nell’edificio è possibile ammirare l’altare dei Trinitari con una tela rappresentante il Riscatto degli schiavi e l’organo realizzato dal centallese Carlo Vattino nel 1855. Nella struttura dell’altare maggiore in stile barocco in passato facevano parte anche una Sacra Famiglia opera di Andrea Vinai (1880) e una tela di Francesco Claudio Beaumont oggi non più visibili e conservate altrove per motivi di sicurezza.

La casa canonica si trova sul retro della chiesa parrocchiale, all’imbocco di Via Caron Ceva e risale al XV secolo. Sul lato strada presenta una parte del paramento murario originale in mattoni a vista con tanto di breve caditoia su mensola posta al di sopra di un’ingresso ora murato. È quasi del tutto scomparsa, invece, una fascia affrescata con motivi floreali e fitomorfi, verso l’angolo della chiesa. La fronte interna presenta un portico con loggiato.

Il palazzo, edificato tra il 1677 e il 1679, è ubicato nel centro del paese accanto alla chiesa parrocchiale. Dal 1680 residenza nobiliare del Marchese di Ceva e Nucetto, nonché il Marchese di Cavallerleone venne concepito per essere una dimora estiva. Per conservare al meglio la frescura al suo interno le sale vennero disposte a nord con mura molto spesse e vennero disposti degli alberi davanti alla facciata esposta a mezzogiorno per fare ombra.

Nel 1826 il palazzo fu acquistato da Amedeo Barberi di Branzola che si occupò del restauro. Attualmente nel salone del secondo piano si può ancora ammirare la famosa tappezzeria inglese a larghe strisce azzurre che era molto alla moda nella società torinese di metà ‘800. L’ingresso del piano terreno fu rivestito da un soffitto a cassettoni lignei e successivamente trasformato in Sala delle Armi sulle cui pareti si potevano ammirare alcuni pezzi di grande pregio collezionati durante la vita militare di Amedeo e dei suoi successori. La galleria a colonne ed archi che dava sul giardino venne chiusa con delle vetrate all’inglese, la facciata su via Statuto venne decorata con motivi ornamentali e il frutteto venne circondato da quattro viali dove c’era un pergolato che reggeva una vite. Il palazzo fu poi ereditato dalla figlia Matilde Eugenia, che nel 1888 piantò al centro del giardino il famoso faggio (che attualmente non esiste più) che diventò uno dei più grandi d’Europa, dedicato all’uscita dall’Accademia militare di Modena di suo nipote Carlo Levesi. Sua figlia Eugenia ereditò l’amore per Cavallerleone e vi realizzò lo chalet nuovo accanto all’ala antica. Al giorno d’oggi il palazzo è di proprietà della famiglia Levesi.