I Borghi di Octavia

Casalgrasso l’acqua fonte di vita

Oggi, abituati all’acqua corrente in casa e alla sua grande disponibilità, diamo per scontato che sia così ma, fino a pochi decenni fa, l’acqua era davvero l’inizio di tutto. Da bere, certo, ma non solo: l’acqua è indispensabile per irrigare i campi e per abbeverare le bestie. Ma l’acqua serviva anche come energia, per muovere le pale dei mulini. E l’acqua dei fiumi e dei laghi nascondeva ricchezze come pesci e sabbia, mentre sopra si stagliavano le figure professionali dei barcaioli e dei traghettatori. E dai fiumi partivano le bialere che, con le loro chiuse severamente regolamentate (e fonte di liti), portavano l’acqua per tutto il territorio, e con essa la vita.

L’acqua: un tema che trova spazio a Casalgrasso come in tutti i paesi di Octavia. Il grande Po, il Varaita e il Maira, ma anche le centinaia di chilometri di canali e rigagnoli, artificiali e naturali, che portano vita e ricchezza seguendo le leggi della fisica e della natura.

«Il viaggiatore che, uscito da Torino, percorre la strada provinciale di Saluzzo, per trenta chilometri all’incirca, varcato il fiume Po incontra un modesto villaggio popolato da mille cinquecento abitanti. E’ Casalgrasso. Il fiume regale che lo difende a notte, una torre a levante, a mezzodì pressoché l’intero Castello medioevale di Carpenetta, a ponente infine il palazzo o, all’aspetto, piuttosto casa forte che civile abitazione de’ primitivi suoi signori quasi t’invitano a indagarne l’origine sua e le passate sue vicende civili, politiche e religiose.»

(Prevosto Giovanni Battista Cerva, Il villaggio di Casalgrasso, 1929)

Scoprire Casalgrasso

Un borgo nato nell’anno Mille. Questo è Casalgrasso, paese dalla storia lunga e affascinante, situato nelle vicinanze di tre fiumi (il Po, il Maira e il Varaita), che ha sempre tratto dalla fertilità della terra la sua ricchezza.

Paese agricolo, da sempre, che ha visto mutare, nel corso dell’ultimo secolo, tipologie e modalità delle attività produttive: la canapa, la menta, l’allevamento dei bachi da seta e dei bovini hanno lasciato il passo ai cereali, alla soia e alla frutta.

Ma l’anima agricola permane, con sempre nuove produzioni di qualità e, sovente, recuperi di coltivazioni tradizionali. Un paese che, anche, era al centro delle trafficate vie di comunicazioni di questa fetta di Piemonte al confine tra le province di Torino e Cuneo, allo sboccare delle vallate nella pianura: la tranvia Torino-Moretta fermava ben due volte in paese, già nel 1880.

Palazzo Comunale

Costruito nell’800 in stile neogotico, il palazzo del Municipio è situato tra il verde dell’annesso parco al centro del paese.

Piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto, 8, 12030 Casalgrasso

Castello di Carpenetta

Eretto a difesa di un riparo nell’XI secolo,
appartenne al monastero delle monache di Rifreddo e all’Abbazia di Staffarda.

Frazione Carpenetta
Per informazioni: uffici comunali, tel. 011 975650

Santuario della Madonnina

Fatto costruire dai Demorra, signori di Casalgrasso, il Santuario è il simbolo per eccellenza della devozione locale.

Incrocio via Torino e via Carmagnola
Per informazioni: Parrocchia tel. 011 975600

Casaforte

Oggi sede di una comunità socio-assistenziale, la Casaforte è stata possesso di numerosi feudatari legati alla storia comunale.

Via Castello n. 5
Per informazioni: Fondazione Agape tel. 011 975145

Chiesa di San Rocco

Situata nel concentrico esterno del paese, è una chiesa di piccole dimensioni voluta per il santo in occasione della pestilenza che colpì Casalgrasso.

Incrocio via Marconi e via San Tommaso
Per informazioni: Parrocchia tel. 011 975600

Chiesa Parr. di San Giovanni

Costruita nel XV secolo con pianta rettangolare, spicca isolata nel centro cittadino con la sua facciata e il suo sagrato acciottolato.

Piazzale San Giovanni 1
Per informazioni: Parrocchia tel. 011 975600

Chiesa dei Battuti

Indirizzo: SP30.

Chiesa di Santa Croce

Indirizzo: Casalgrasso.

Lago della Cava

Indirizzo: Casalgrasso.

Scoprire Casalgrasso

Un borgo nato nell’anno Mille. Questo è Casalgrasso, paese dalla storia lunga e affascinante, situato nelle vicinanze di tre fiumi (il Po, il Maira e il Varaita), che ha sempre tratto dalla fertilità della terra la sua ricchezza.

Paese agricolo, da sempre, che ha visto mutare, nel corso dell’ultimo secolo, tipologie e modalità delle attività produttive: la canapa, la menta, l’allevamento dei bachi da seta e dei bovini hanno lasciato il passo ai cereali, alla soia e alla frutta.

Ma l’anima agricola permane, con sempre nuove produzioni di qualità e, sovente, recuperi di coltivazioni tradizionali. Un paese che, anche, era al centro delle trafficate vie di comunicazioni di questa fetta di Piemonte al confine tra le province di Torino e Cuneo, allo sboccare delle vallate nella pianura: la tranvia Torino-Moretta fermava ben due volte in paese, già nel 1880.

Palazzo Comunale

Costruito nell’800 in stile neogotico, il palazzo del Municipio è situato tra il verde dell’annesso parco al centro del paese.

Piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto, 8, 12030 Casalgrasso

Castello di Carpenetta

Eretto a difesa di un riparo nell’XI secolo,
appartenne al monastero delle monache di Rifreddo e all’Abbazia di Staffarda.

Frazione Carpenetta
Per informazioni: uffici comunali, tel. 011 975650

Santuario della Madonnina

Fatto costruire dai Demorra, signori di Casalgrasso, il Santuario è il simbolo per eccellenza della devozione locale.

Incrocio via Torino e via Carmagnola
Per informazioni: Parrocchia tel. 011 975600

Casaforte

Oggi sede di una comunità socio-assistenziale, la Casaforte è stata possesso di numerosi feudatari legati alla storia comunale.

Via Castello n. 5
Per informazioni: Fondazione Agape tel. 011 975145

Chiesa di San Rocco

Situata nel concentrico esterno del paese, è una chiesa di piccole dimensioni voluta per il santo in occasione della pestilenza che colpì Casalgrasso.

Incrocio via Marconi e via San Tommaso
Per informazioni: Parrocchia tel. 011 975600

Chiesa Parr. di San Giovanni

Costruita nel XV secolo con pianta rettangolare, spicca isolata nel centro cittadino con la sua facciata e il suo sagrato acciottolato.

Piazzale San Giovanni 1
Per informazioni: Parrocchia tel. 011 975600

Chiesa dei Battuti

Indirizzo: SP30.

Chiesa di Santa Croce

Indirizzo: Casalgrasso.

Lago della Cava

Indirizzo: Casalgrasso.

Casalgrasso si racconta

Detto anche “Castello”, il Municipio di Casalgrasso ha sede in un edificio dalla storia complicata: l’edificio principale nasce nel Quattrocento, successivamente vengono aggiunte (nel XVI secolo) le due torri. Completamente rifatto nel Settecento, viene in parte ampliato nel corso dell’Ottocento in stile neogotico. Situato tra il verde al centro del paese, appartenne ai Demorra, famiglia attiva e impegnata nella vita sociale e amministrativa del paese, che nel 1937 lo cedettero al Comune ospitarvi la sede municipale. Il palazzo incarna il gusto architettonico neo medievale piemontese di fine Ottocento, con il suo aspetto sobrio e austero.

Poco fuori Casalgrasso, in direzione di Racconigi, la Rocca di Carpenetta si staglia austera in mezzo alle campagne. In origine era un ricetto che appartenne anche all’Abbazia di Staffarda. Già nel XII secolo queste terre erano bonificate ed il termine “Casalgrasso” sembra derivare difatti dalla fusione dei termini “casali” e “grassi” proprio ad indicare la fertilità di queste campagne.

Il santuario sorge ai margini del centro abitato, vicino al Po, in prossimità del confine tra la provincia di Cuneo e quella di Torino. La chiesa venne costruita per volontà del notaio Demorra, per adempiere a un voto fatto per la guarigione della moglie; l’opera viene completata nel 1824. Il santuario divenne ben presto centro di culto di tutta la comunità di Casalgrasso e dei comuni limitrofi, frequentato per ottenere l’intercessione della Vergine in caso di malattia, calamità atmosferiche ed epidemie. All’interno è conservata un’icona rappresentante la Vergine nell’atto di venerare la Santa Sindone e, all’orizzonte, la catena delle Alpi e il Monviso (1824).

Affacciato sulle campagne che circondano il paese, il castello si presenta nella sua sobria veste ottocentesca con accanto un fresco parco alberato. La storia del castello di Casalgrasso comincia nell’XI secolo, fino a giungere nel 1385 nelle mani dei Solaro di Moretta e di Monasterolo, che ne rimangono consignori per lungo tempo. Il castello e il paese sopportano saccheggi e distruzioni: nel 1396 Facino Cane con la sua compagnia di ventura devasta il paese, tre secoli è la volta delle truppe francesi, guidate dal maresciallo Catinat (1690). Nel ‘700 il castello diviene proprietà dei conti Cassotti, che lo rimodernano e gli conferiscono l’aspetto che ha tuttora. Accanto all’ingresso si nota la parte più antica dell’edificio, dov’è la torre abbassata, mentre sul parco si affaccia l’ala moderna del palazzo. Il castello è privato e sede di una comunità socio-assistenziale, ed è accessibile solo in occasione di particolari eventi.

La chiesa attuale risale al 1835 quando, in occasione di un’epidemia di colera, l’amministrazione comunale e la popolazione di Casalgrasso decisero di ricostruire la primitiva piccola chiesa già dedicata a san Rocco (protettore dalla peste e dalle altre malattie epidemiche). Al suo interno conserva una pala dedicata alla Vergine con il Bambino, che tiene in mano una pergamena su cui si può leggere “Fiat”, così sia.

Detto anche “Castello”, il Municipio di Casalgrasso ha sede in un edificio dalla storia complicata: l’edificio principale nasce nel Quattrocento, successivamente vengono aggiunte (nel XVI secolo) le due torri. Completamente rifatto nel Settecento, viene in parte ampliato nel corso dell’Ottocento in stile neogotico. Situato tra il verde al centro del paese, appartenne ai Demorra, famiglia attiva e impegnata nella vita sociale e amministrativa del paese, che nel 1937 lo cedettero al Comune ospitarvi la sede municipale. Il palazzo incarna il gusto architettonico neo medievale piemontese di fine Ottocento, con il suo aspetto sobrio e austero.

Poco fuori Casalgrasso, in direzione di Racconigi, la Rocca di Carpenetta si staglia austera in mezzo alle campagne. In origine era un ricetto che appartenne anche all’Abbazia di Staffarda. Già nel XII secolo queste terre erano bonificate ed il termine “Casalgrasso” sembra derivare difatti dalla fusione dei termini “casali” e “grassi” proprio ad indicare la fertilità di queste campagne.

Il santuario sorge ai margini del centro abitato, vicino al Po, in prossimità del confine tra la provincia di Cuneo e quella di Torino. La chiesa venne costruita per volontà del notaio Demorra, per adempiere a un voto fatto per la guarigione della moglie; l’opera viene completata nel 1824. Il santuario divenne ben presto centro di culto di tutta la comunità di Casalgrasso e dei comuni limitrofi, frequentato per ottenere l’intercessione della Vergine in caso di malattia, calamità atmosferiche ed epidemie. All’interno è conservata un’icona rappresentante la Vergine nell’atto di venerare la Santa Sindone e, all’orizzonte, la catena delle Alpi e il Monviso (1824).

Affacciato sulle campagne che circondano il paese, il castello si presenta nella sua sobria veste ottocentesca con accanto un fresco parco alberato. La storia del castello di Casalgrasso comincia nell’XI secolo, fino a giungere nel 1385 nelle mani dei Solaro di Moretta e di Monasterolo, che ne rimangono consignori per lungo tempo. Il castello e il paese sopportano saccheggi e distruzioni: nel 1396 Facino Cane con la sua compagnia di ventura devasta il paese, tre secoli è la volta delle truppe francesi, guidate dal maresciallo Catinat (1690). Nel ‘700 il castello diviene proprietà dei conti Cassotti, che lo rimodernano e gli conferiscono l’aspetto che ha tuttora. Accanto all’ingresso si nota la parte più antica dell’edificio, dov’è la torre abbassata, mentre sul parco si affaccia l’ala moderna del palazzo. Il castello è privato e sede di una comunità socio-assistenziale, ed è accessibile solo in occasione di particolari eventi.

La chiesa attuale risale al 1835 quando, in occasione di un’epidemia di colera, l’amministrazione comunale e la popolazione di Casalgrasso decisero di ricostruire la primitiva piccola chiesa già dedicata a san Rocco (protettore dalla peste e dalle altre malattie epidemiche). Al suo interno conserva una pala dedicata alla Vergine con il Bambino, che tiene in mano una pergamena su cui si può leggere “Fiat”, così sia.

La primigenia chiesa parrocchiale fu costruita nel XV secolo. Si ha notizia della sua consacrazione nel 1488. La chiesa attuale si trova nel tessuto storico del centro cittadino, sulla via principale che lo attraversa, in posizione isolata su tutti i lati che affacciano sul cortile di pertinenza della casa parrocchiale e su un terreno privato usato come oratorio. La facciata è arretrata rispetto al filo stradale ed è preceduta da un sagrato acciottolato. E’ in muratura intonacata. La pianta è rettangolare a navata unica con cappelle laterali e corpo absidale allungato.

La Chiesa della Confraternita venne eretta all’inizio del XVIII secolo per ospitare i confratelli della Compagnia dei Battuti, prima ospitati in un Oratorio presso il palazzo del comune. La facciata, eretta nel 1761, reca in affresco l’Annunziata (1762), la Fede e la Speranza (1816, opera del Tesio). La costruzione del coro e dell’altar maggiore, infine, risalgono al 1836, a testimonianza dei lunghi e costanti lavori di ingrandimento e abbellimento voluti (e finanziati) dai confratelli nel corso dei secoli.

La costruzione della cappella, come suggeriscono le poche tracce di decorazione interna ancora presenti, può ricondursi al XVIII secolo. La cappella si trova in posizione isolata in aperta campagna, nelle vicinanze di un laghetto alberato, sul ciglio di una strada sterrata. La semplice facciata a capanna è in muratura laterizia. La pianta è ad aula unica rettangolare.

Nato come cava di estrazione per materiali inerti, ormai quasi giunta al termine del suo ciclo di attività estrattiva, è da molti anni oggetto di un progetto di recupero ambientale volto a restituire un ambiente naturale e un luogo di svago. Sulle sue sponde è stato creato un percorso salute per gli amanti degli sport all’area aperta e uno spazio attrezzato per pic-nic, in prossimità della confluenza tra il Varaita e il fiume Po.

Il Ponte è stato costruito nell’Ottocento, nel momento in cui venne modificato il corso del fiume raddrizzando le numerose anse responsabili delle frequenti alluvioni di cui era oggetto il paese.

La Chiesa della Confraternita venne eretta all’inizio del XVIII secolo per ospitare i confratelli della Compagnia dei Battuti, prima ospitati in un Oratorio presso il palazzo del comune. La facciata, eretta nel 1761, reca in affresco l’Annunziata (1762), la Fede e la Speranza (1816, opera del Tesio). La costruzione del coro e dell’altar maggiore, infine, risalgono al 1836, a testimonianza dei lunghi e costanti lavori di ingrandimento e abbellimento voluti (e finanziati) dai confratelli nel corso dei secoli.

La primigenia chiesa parrocchiale fu costruita nel XV secolo. Si ha notizia della sua consacrazione nel 1488. La chiesa attuale si trova nel tessuto storico del centro cittadino, sulla via principale che lo attraversa, in posizione isolata su tutti i lati che affacciano sul cortile di pertinenza della casa parrocchiale e su un terreno privato usato come oratorio. La facciata è arretrata rispetto al filo stradale ed è preceduta da un sagrato acciottolato. E’ in muratura intonacata. La pianta è rettangolare a navata unica con cappelle laterali e corpo absidale allungato.

La costruzione della cappella, come suggeriscono le poche tracce di decorazione interna ancora presenti, può ricondursi al XVIII secolo. La cappella si trova in posizione isolata in aperta campagna, nelle vicinanze di un laghetto alberato, sul ciglio di una strada sterrata. La semplice facciata a capanna è in muratura laterizia. La pianta è ad aula unica rettangolare.

Nato come cava di estrazione per materiali inerti, ormai quasi giunta al termine del suo ciclo di attività estrattiva, è da molti anni oggetto di un progetto di recupero ambientale volto a restituire un ambiente naturale e un luogo di svago. Sulle sue sponde è stato creato un percorso salute per gli amanti degli sport all’area aperta e uno spazio attrezzato per pic-nic, in prossimità della confluenza tra il Varaita e il fiume Po.

Il Ponte è stato costruito nell’Ottocento, nel momento in cui venne modificato il corso del fiume raddrizzando le numerose anse responsabili delle frequenti alluvioni di cui era oggetto il paese.